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Cencenighe - Manolo ospite del Gruppo Amici della Montagna di Cencenighe


Il Gruppo Amici della Montagna di Cencenighe Agordino, sabato 14 settembre 2013 , ha avuto come ospite l'arrampicatore, alpinista e guida alpina, Manolo, all'anagrafe Maurizio Zanolla, tra i primi ad avere introdotto l'arrampicata libera in Italia.
Come si definirebbe Manolo ? Domanda che ho posto quasi alla sprovvista poche settimane fa telefonicamente in previsione della serata di stasera. “Non è facile così su due piedi - mi ha risposto - Sono un arrampicatore preso in prestito dall'alpinismo. Ho capito che certi aspetti dell'alpinismo non mi catturavano, non era la mia strada, mi piaceva fare altre cose che mi hanno incuriosito, come l'arrampicata, senza tuttavia tralasciare la montagna.”
Ricca è la sitografia legata al suo nome. Interessanti sono però le sue interviste, quelle in cui parla di persona, dove si possono cogliere sfumature che uno scritto non è in grado di trasmettere.
Manolo, nato a Feltre cinquantacinque anni fa, è da qualche decennio sinonimo di arrampicata, quella che si discosta dall'alpinismo classico. In questo è stato un innovatore, un andare in qualche modo controcorrente per lui, feltrino trapiantato in Primiero, dove, da qualunque parte punti lo sguardo, sei circondato da montagne. Manolo ha seguito semplicemente il suo istinto, quello di uomo della montagna verticale, con il giusto grado di caparbietà. Un alpinismo, quello che lui ha definito “con la A maiuscola”, considerato ormai lontano, che non gli appartiene. Alla montagna si è avvicinato da giovane ragazzo per curiosità, per trovare una risposta alla semplice domanda “Cosa c'è oltre ?”. Il resto gli è stato naturale, istintivo appunto. Quello che all'epoca era ancora semplicemente Maurizio, figlio di emigranti, ha scoperto di avere un'attrazione per le montagne, un affinità con le salite, con le pareti verticali al punto da scalare in certi casi senza chiodi. “Tutto mi sembrava facile, mi sentivo in completa sintonia e a mio agio. Era il mio mondo” ha rilasciato in un'intervista televisiva, tanto da usare blande assicurazioni durante le salite, comprensibilmente pericolose. “Non era importante arrivare in cima quanto la qualità dell'arrampicata”. All'inizio con le scarpe da ginnastica, con la sola forza delle dita e la passione che ti guida, inconsapevolmente, Maurizio è diventato quel Manolo che ha cambiato il modo classico di arrampicare, quello vecchio fatto di scarponi e chiodi che ha segnato pur sempre un'epoca. La sua è un'arrampicata leggera, ma fatta anch'essa di testa, di studio dei passaggi. “A volte la quotidianità può essere più impegnativa e pericolosa” risponde con una certa saggezza a chi gli fa notare i rischi di questa disciplina.
Durante la serata dal titolo “In bilico”, Manolo ha presentato  una serie di diapositive che illustrano la sua lunga attività seguite dal video “Verticalmente Demodé” che nel 2012 si è aggiudicato la Genziana d'Oro al 60° Trento Film Festival e il Premio Città di Imola, cortometraggio di cui è protagonista e co-autore insieme al regista Davide Carrari. In questa occasione sarà pure presentata la sua recente pubblicazione “In bilico ... tra le falesie del Primiero”, una guida sulle palestre di roccia. La serata organizzata con il patrocinio del Comune, ha avuto inizio alle ore 21.00 al Nof Filò.

                                                                         Luisa Manfroi

"L'Amico del Popolo", settembre 2013, giornale di informazione generale della provincia di Belluno - Riproduzione riservata

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