San Tomaso – Quando si spacca la legna o la si brucia nella stufa, capita raramente di soffermarsi ad osservare i particolari che si celano ad uno sguardo superficiale. Tutti sembrano uguali. In realtà, se ci si dà il tempo di guardarli con più attenzione, si possono scorgere dei tratti a prima vista inesistenti. Le venature, i nodi, i ricami insieme alle piccole o grandi imperfezioni del legno, svelano delle sorprese che una mano esperta può mettere in risalto con la scultura valorizzandone le peculiarità. È quanto fa da una ventina di anni Gianni Rossi, di Chiea di San Tomaso che dal legno ricava volti, quelli che nell'Agordino centrale sono comunemente noti come “lot” usati nel periodo di Carnevale come maschera per coprire il viso e che appartengono alla tradizione ben radicata. Oltre venti di questi volti che ricordano spesso quelli di fantomatiche streghe bitorzolute, nasute o esseri fantastici dai menti e dagli zigomi pronunciati, sono stati esposti nel corso d...