Ricerca sulle acque perenni del territorio di Vallada Agordina: Claudio Antonio Luchetta ne ha classificate sessantuno
Claudio
Antonio Luchetta, ingegnere, è l' autore della ricerca “Le acque
perenni nel territorio di Vallada” presentata domenica 26 maggio
nella sala municipale del comune.
Una ricerca dattiloscritta che potrebbe diventare anche una pubblicazione.
Al centro dello studio vi sono le “pose”, le pozze che rilasciano acqua per tutto il periodo dell'anno.
Luchetta ne ha classificate ben sessantuno nell'intero territorio di Vallada sia lungo i versanti alla sinistra e alla destra del Biois.
Uno studio nato grazie al suggerimento di Renato Della Zassa, ex guardia comunale di Vallada ed esperto conoscitore di storia locale. Accogliendo il suo invito, con sopralluoghi sul posto e il supporto di altri informatori, Luchetta ha sviluppato questo lavoro corredato da fotografie e da un glossario con la spiegazione in italiano dei termini dialettali.
L'acqua, essenziale per la vita di una frazione, serviva principalmente ad abbeverare gli animali della stalla e per usi alimentari. Veniva condotta attraverso le “salère”, tubazioni in legno ricavate da tronchi di larice, legno che più si prestava contro l'usura e il degrado. Per questo non era rara la richiesta rivolta dai capofamiglia al comune per avere qualche pianta di larice da destinare a tubature per gli acquedotti che portavano l’acqua alle fontane pubbliche. I tubi di legno furono sostituiti in seguito, da quelli di ferro e di cemento.
Tutte le frazioni del paese avevano una loro fontana (“brenta”). L'unica ad avere difficoltà di approvvigionamento era Sachet.
Nella ricerca si apprende che gli abitanti di Sachet, nei secoli passati, prendevano l'acqua a Nichel, sopra Tofòl, con una linea interrata ma poiché d’inverno il Rif si esauriva, verso la fine dell’ Ottocento si provvide a costruire una'altra con tubi in ferro che prelevava le rimanenze di acqua in uscita dalla latteria (“casèlo”) di Andrich. Spesso, tuttavia, questa, era piena di “paorόgn” (scarti della lavorazione del latte) e quindi risultava poco potabile .
I capofamiglia di Sachet decisero così di mettersi all'opera e di una lunga canaletta interrata di “laste” che captava l'acqua dal “Rif de Pianeza” .
Si scoprono molte curiosità legate alle sorgenti descritte da Luchetta alcune delle quali dai nomi originali. Come “l'acqua de Valaraz.” che deve il nome alla località Valaraz del Mas, lungo il “Rif de Zernadór” (l'attuale Rio Valaraz). Una piccola sorgente che ha
un'ottima acqua, come sostiene l'autore, ritenuta efficace per la cura dei calcoli renali, in dialetto “el mal de la piéra”.
Lungo il versante opposto, alla destra del Biois, si trova invece l 'acqua del “botiro”. Il luogo, umido e fresco, appariva come un frigorifero naturale molto adatto per la conservazione dei panetti di burro durante l'estate.
Informazioni che sono contenute nella ricerca di Claudio Antonio Luchetta, una copia della quale sarà disponibile alla lettura in biblioteca e in municipio.
Qualche mese fa, Luchetta è stato ospite della Scuola Primaria di Vallada e in questa circostanza ha esposto ii risultati del suo lavoro alla pluriclasse 4^ e 5^ Scuola Primaria di Vallada Agordina.
Luisa Manfroi
Una ricerca dattiloscritta che potrebbe diventare anche una pubblicazione.
Al centro dello studio vi sono le “pose”, le pozze che rilasciano acqua per tutto il periodo dell'anno.
Luchetta ne ha classificate ben sessantuno nell'intero territorio di Vallada sia lungo i versanti alla sinistra e alla destra del Biois.
Uno studio nato grazie al suggerimento di Renato Della Zassa, ex guardia comunale di Vallada ed esperto conoscitore di storia locale. Accogliendo il suo invito, con sopralluoghi sul posto e il supporto di altri informatori, Luchetta ha sviluppato questo lavoro corredato da fotografie e da un glossario con la spiegazione in italiano dei termini dialettali.
L'acqua, essenziale per la vita di una frazione, serviva principalmente ad abbeverare gli animali della stalla e per usi alimentari. Veniva condotta attraverso le “salère”, tubazioni in legno ricavate da tronchi di larice, legno che più si prestava contro l'usura e il degrado. Per questo non era rara la richiesta rivolta dai capofamiglia al comune per avere qualche pianta di larice da destinare a tubature per gli acquedotti che portavano l’acqua alle fontane pubbliche. I tubi di legno furono sostituiti in seguito, da quelli di ferro e di cemento.
Tutte le frazioni del paese avevano una loro fontana (“brenta”). L'unica ad avere difficoltà di approvvigionamento era Sachet.
Nella ricerca si apprende che gli abitanti di Sachet, nei secoli passati, prendevano l'acqua a Nichel, sopra Tofòl, con una linea interrata ma poiché d’inverno il Rif si esauriva, verso la fine dell’ Ottocento si provvide a costruire una'altra con tubi in ferro che prelevava le rimanenze di acqua in uscita dalla latteria (“casèlo”) di Andrich. Spesso, tuttavia, questa, era piena di “paorόgn” (scarti della lavorazione del latte) e quindi risultava poco potabile .
I capofamiglia di Sachet decisero così di mettersi all'opera e di una lunga canaletta interrata di “laste” che captava l'acqua dal “Rif de Pianeza” .
Si scoprono molte curiosità legate alle sorgenti descritte da Luchetta alcune delle quali dai nomi originali. Come “l'acqua de Valaraz.” che deve il nome alla località Valaraz del Mas, lungo il “Rif de Zernadór” (l'attuale Rio Valaraz). Una piccola sorgente che ha
un'ottima acqua, come sostiene l'autore, ritenuta efficace per la cura dei calcoli renali, in dialetto “el mal de la piéra”.
Lungo il versante opposto, alla destra del Biois, si trova invece l 'acqua del “botiro”. Il luogo, umido e fresco, appariva come un frigorifero naturale molto adatto per la conservazione dei panetti di burro durante l'estate.
Informazioni che sono contenute nella ricerca di Claudio Antonio Luchetta, una copia della quale sarà disponibile alla lettura in biblioteca e in municipio.
Qualche mese fa, Luchetta è stato ospite della Scuola Primaria di Vallada e in questa circostanza ha esposto ii risultati del suo lavoro alla pluriclasse 4^ e 5^ Scuola Primaria di Vallada Agordina.
Luisa Manfroi
"L'Amico del Popolo" giornale di informazione generale della provincia di Belluno - 31 maggio 2013
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