Passa ai contenuti principali

Canale d'Agordo - Via Rividella, più larga ma non troppo


Canale d'Agordo – In primavera, nella relazione di fine mandato, il sindaco Rinaldo De Rocco aveva ricordato l'ottenimento di un finanziamento finalizzato al miglioramento della viabilità interna lungo la strada comunale di via Rividella e alla realizzazione di un parcheggio per sei posti auto. Un progetto che rientra nel programma triennale delle opere pubbliche. La via è nota per essere quella in cui si trova la casa natale di Papa Luciani, parallela a via XX agosto. Una strada che non permette lo scambio dei veicoli ed è priva di un parcheggio pubblico. Per consentirne l'allargamento è stato predisposto un progetto preliminare che a fine luglio diventerà definitivo e quindi esecutivo. Qualcuno ha ritenuto opportuno sottoporre al sindaco alcune riflessioni. Con una lettera di qualche settimana fa Giulia Fiocco, insegnante in pensione e già consigliere comunale nella passate amministrazioni, ha fatto presente come via Rividella sia una delle strade più vecchie del capoluogo un cui tratto faceva parte della via che collegava Canale con Gares. Nella lettera si osserva poi come il muro di sostegno, a secco e in pietre squadrate “sia stato costruito molto tempo fa e dimostra i suoi anni, forse non è un capolavoro se confrontato con altri muri di eccellente fattura presenti in valle, ma questo non giustifica la sua sparizione”. Un appello, infine, a non smantellare la fontana in cemento datata 1926 “che senso può avere demolirla per sostituirla con una fontana nuova ?” si chiede l'autrice. Un riferimento infine riporta ad Albino Luciani “sicuramente questa strada ha fatto parte della vita del Papa, bambino e ragazzo ed è probabile che abbia bevuto più volte a questa brenta magari reggendosi alla cannella.” La domanda finale che si pone è “che senso ha cercare di riprodurre nel chiuso di un museo l'ambiente di vita di Giovanni Paolo I° e distruggere invece ciò che ne rimane all'esterno e che forse per questo meriterebbe forse una visibilità che finora non ha avuto ?” Da qui alcune proposte: quella di allargare la strada ma in misura minore rispetto a quella prevista dal progetto, sistemare il muretto servendosi dei sassi esistenti e non demolire la fontana ma recuperarla.
A inizio luglio, in una riunione della Giunta, si è discusso del progetto e nelle osservazioni ha tenuto conto di alcuni suggerimenti. La strada verrà allargata a 3,5 metri (anziché a 4,5 metri) per consentire il passaggio agevole dei fendineve, il parcheggio sarà realizzato sotto la scuola media e non più vicino alla fontana, manufatto che è intenzione di recuperare. Punto interrogativo, invece, riguardo alla possibilità di riutilizzare i sassi del muretto. “Abbiamo condiviso i suggerimenti contenuti nella lettera – dice De Rocco – tenendone conto nei limiti del possibile”.

Luisa Manfroi 

"L'Amico del Popolo", 19  luglio 2013, giornale di informazione generale della provincia di Belluno

Commenti

Post popolari in questo blog

Falcade - Storia della segheria Scola

FALCADE - Il legno ha un profumo particolare. È quello che si respira quando si entra in una falegnameria o in una segheria. Un odore che riporta al bosco, alla montagna e quindi alle proprie radici. Al legno in qualche modo si è sempre rimasti legati adesso come in passato malgrado i naturali cambiamenti sociali ed economici del territorio. Da una statistica delle Camera di Commercio di Belluno del 1958 emerge che in Valle del Biois (considerando anche Cencenighe e San Tomaso), di segherie se ne registravano ben quattordici, senza considerare gli altri comuni dell'alta Val Cordevole dove, complessivamente, ad Alleghe, Rocca Pietore, Colle Santa Lucia, Selva di Cadore e Livinallongo, se ne contavano diciotto. Ora, in alto Agordino, da Cencenighe in su, di segherie ne è rimasta attiva solo una, quella di Marco Scola, a Falcade. Una gestione che è arrivata ormai alla quarta generazione. Prima di lui il padre Romano, il nonno Marco, suo omonimo, e il bisnonno Sante Scola che, ...

Nell'agosto 1985 la guerra contro "el pavare"

Vallada Agordina - "El pavàre", i semi di papavero, da sempre caratterizzano i sapori di alcuni piatti della cucina valladese.  La sua mancanza stravolgerebbe completamente il gusto delle pietanze come "le lasagne da fornel, la vigilia di Natale e i "carfogn", durante il Carnevale e le feste particolari. I semi del papavero venivano ottenuti dall'omonima pianta coltivata in zona fino a trent'anni fa con l'unico scopo di ricavare i semi per usarli in cucina.  Una co ltura secolare interrotta ai primi di agosto del 1985 da un blitz della Guardia di Finanza con un ampio dispiegamento di forze contro gli ignari abitanti di Vallada la cui unica colpa era quella di coltivare questa pianta in buonafede. Si sa che "l' ignoranza della legge non scusa", ma si ci chiede ancora oggi se fu proprio necessario agire in modo così eclatante come invece ebbe a verificarsi.  La quiete dei giorni che precedevano quello che si prospettava ...

Le lettere dal fronte del sottotetente Mario De Biasio morto in combattimento ad Asiago nell'agosto 1915

LE LETTERE DAL FRONTE DEL SOTTOTENENTE MARIO DE BIASIO Ripropongo questa mia ricerca in occasione del centesimo anniversario  della scomparsa del sottotenente Mario De Biasio. Ringrazio il gruppo A.N.A. di Cencenighe Agordino per la disponibilità e la collaborazione e un grazie postumo al sig. Silvano Peloso e alla sig. Grazia (Graziella) Fontanive per le informazioni a suo tempo fornitemi. Nato nella frazione di Veronetta (Cencenighe Agordino), praticamente cancellata dalle alluvioni, insofferente della disciplina fine a se stessa, morì in combattimento ad Asiago nell'agosto 1915 . (L’Amico del Popolo, 30 settembre 2000 n 39 e 11 novembre 2000 n. 45) Clicca sul collegamento: http://www.flipsnack.com/napo68/le-lettere-dal-fronte-del-sottotenente-mario-de-biasio.html oppure leggi direttamente il testo dell'articolo su questa pagina sotto l'immagine. Buona lettura ! Mario De Biasio (1880 - agosto 1915) - foto L.Manfroi La storia di Mario De Biasio, ...