Circa
due anni fa aveva avuto esito positivo lo studio di fattibilità
commissionato dai comuni di Cencenighe e Vallada per valutare la
possibilità di costruire delle mini-centrali idroelettriche lungo il
corso del torrente Biois. Impianti (chiamati anche “mini
idrolettrico”) che utilizzano i salti d'acqua lungo le briglie del
torrente allo scopo di produrre energia elettrica.
Lo
studio, finanziato dal Consorzio Bim Piave, aveva dato risultato
positivo sia dal punto di vista tecnico che economico.
Poi,
non se ne è saputo più nulla. Come mai ?
La
domanda è stata rivolta al sindaco di Cencenighe William Faè,
subentrato nel frattempo a Mauro Soppelsa il quale, con il primo
cittadino di Vallada Fabio Luchetta, ha appoggiato la proposta
suggerita a suo tempo dal presidente della Comunità Montana
Agordina, Luca Luchetta.
“La
questione
è da ricercare nelle problematiche di bilancio del Bim che al
momento hanno ostacolato il proseguimento dell'iter progettuale. In
ogni caso l'intenzione di andare avanti rimane fissa per fare in modo
di rendere concreta quella che fino ad ora è solo un'idea.”
Ci
sono possibilità di poter fare il passo successivo arrivando alla
fase progettuale ?
Il
sindaco si dice fiducioso anche se molto dipende dal Bim, punto di
riferimento per i comuni e di coordinamento per quanto concerne le
iniziative che riguardano la produzione energetica da fonti
rinnovabili, con specifica attenzione all'idroelettrico ed alle
biomasse.
In
seguito ad un sopralluogo effettuato tre anni fa, lo studio ha
individuato nove possibili salti, sette ricadenti nel territorio
comunale di Cencenighe e due in quello di Vallada. Si tratterà di
valutare in seguito quali effettivamente potranno dare maggiore resa
in termini di produzione di energia. I salti ricadenti nell'abito
comunale di Vallada, secondo i calcoli, renderebbero 707 KW/ora,
quelli di Cencenighe di 1449 KW/ora. Il costo complessivo degli
impianti, secondo la stima, ammonterebbe (al momento in cui è stato
stilato lo studio) a 352 mila euro ammortizzabile in cinque anni.
L'energia prodotta sarebbe infatti venduta all'Enel. Per ora, quindi,
le mini-centrali idroelettriche restano solo sulla carta in attesa di
tempi migliori sotto il profilo finanziario.
Luisa Manfroi
"L'Amico del Popolo" giornale di informazione generale della provincia di Belluno,
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