Valle del Biois – Si potrà
assaporare anche un po' di Valle del Biois all'Agrimont di Longarone,
la fiera dell'agricoltura di montagna che si terrà il 18-19 e
24-25-26
marzo. Infatti, tra i
prodotti della cucina bellunese, ci sarà spazio per i “carfógn”,
i dolci fritti il cui composto contiene semi di papavero.
Ma come è nata l'iniziativa di prendere parte ad Agrimont ? Tutto è
nato da un colloquio di Silvano Savio, rappresentante del Bard, con
l'eurodeputato Herbert
Dorfmann, esperto di agricoltura di montagna. Visto che esiste un
progetto di reintroduzione della coltura della canapa, perché non
fare lo stesso con la pianta dalla quale si ottengono i semi tanto
usati nella cucina tradizionale della valle ?
Dall'idea di Savio si è
passati subito ai fatti trovando terreno fertile nell'Union Ladina
Val Biois. Così, insieme ad Antonella Schena, Luca Luchetta e Danilo
Marmolada, è stata condotta una breve e rapida ricerca
storico-geografica che è stata inserita nel pannello esposto
durante l'evento. Vediamola nei dettagli. Il nome dei semi di
papavero, secondo gli studi condotti, deriva dal latino “papaver”
e assume diversi nomi e sfumature a seconda delle zone del Bellunese:
“pavàre” in Valle del Biois e a San Vito di Cadore, “pevàre”
a Cencenighe, “pavè” a Colle Santa Lucia, Livinallongo e Rocca
Pietore, “pavà” a Cortina d'Ampezzo e in Comelico, “paà”
o “pavà” a Zoldo.
L'impiego
in cucina dei semi di papavero è molto diffuso nell'area ladina del
Bellunese e del Trentino, oltre che nei territori del Tirolo
italiano e austriaco e in Germania. Questo ingrediente trova largo
impiego pure nei paesi dell'est europeo, Polonia, Ucraina, Ungheria,
Russia, Lituania, Cecoslovacchia, Slovenia, Croazia, specialmente nel
corso delle feste natalizie e ad inizio anno. Viene poi utilizzato
nella cucina turca e indiana. Rimanendo in zona, le “lasagne da
fornèl”, uno dei piatti natalizi tradizionali della Valle del
Biois a base di pasta fresca fatta in casa, mele, noci, uva passa,
zucchero, burro, cannella e qualche manciata di semi di papavero,
non hanno bisogno di presentazioni. Esiste inoltre in Ucraina
un'analoga pietanza che prende il nome di “Kutia”, altra
specialità delle feste che ha molte analogie con le “lasagne da
fornèl”.
A Natale e Capodanno oltre a ricorrenze importanti come
matrimoni, nascite, feste religiose o Carnevale, i semi di papavero
hanno da sempre rappresentato un'occasione per preparare i “carfógn”
(o “crafónz”)
in Valle del Biois e i “canifli” a Colle Santa Lucia,
Livinallongo e Arabba.
Non solo.
Essi costituiscono il condimento
per lasagne, gnocchi di patate, “casunziéi”, insieme allo
zucchero e al burro oppure con il burro e la ricotta affumicata o lo
“zigar”. In base al regolamento
relativo alle norme per l’individuazione dei prodotti tradizionali
(D.M. 8 settembre 1999, n. 350), il Ministero delle politiche
agricole, alimentari e forestali, nella lista dei prodotti
agroalimentari tradizionali veneti, si trovano riconosciuti anche i
“carfógn”
e le “lasagne da fornèl”,
La
coltivazione della pianta del papavero a scopi alimentari, una volta
era diffusa largamente per la sua capacità di adattamento al clima
montano. In più esistono varietà spontanee che si adattano ad
altitudini elevate.
Giunti
a maturazione, i semi del papavero vengono essiccati per la
conservazione e quindi pestati con il mortaio o “pilèla”, in
Valle del Biois (“pila da pavà” a Zoldo Alto, “pila dal pavé”
a Livinallongo).
«È
possibile
avviare l'iter diretto ad ottenere le dovute autorizzazioni per
promuovere la coltura del papavero con finalità alimentari ? » si è
chiesto Savio insieme agli altri. In Alto Adige, la provincia
autonoma di Bolzano, ne parla in modo esplicito. Attualmente, ha
fatto sapere Antonella Schena, l'autorizzazione alla coltivazione di
piante ad uso sperimentale viene rilasciata dal Ministero della
Salute solo ad istituti di ricerca che ne fanno richiesta.
È
evidente che sdoganare la coltivazione per la produzione di semi di
papavero nostrani, permetterebbe di valorizzare un prodotto tipico
dolciario come appunto i “carfógn”
e favorire la sua commercializzazione al di fuori del ristretto
ambito locale.
Luisa Manfroi
"L'Amico del Popolo", giornale di informazione generale della provincia di Belluno,
maggio 2017 - riproduzione riservata
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