Cencenighe
- Da poche settimane un gruppo di speleologi del gruppo Proteo di
Vicenza alla testa di Gianni Lovato, ha effettuato il rilievo della
frattura del monte Anime che lo attraversa lungo il versante sud-est.
La fessurazione rimane abbastanza nascosta dalla vegetazione ma si
presenta di considerevoli dimensioni tanto che negli anni Ottanta si
è resa necessaria la posa in opera di barriere e reti di protezione
a difesa dell'abitato di Balestier e della strada comunale e
provinciale sottostante che già hanno dovuto fare i conti con la
precarietà della zona delle Banche e del famigerato Campanil de le
Moneghe fatto saltare nel settembre del 1998. Anche qui il gruppo
Proteo aveva a suo tempo esplorato la cavità del Campanil.
Recentemente, però, l'attenzione si è spostata sul Monte Anime
sulla cui sommità sono presenti altre tre cavità. In queste
settimane gli speleologi hanno tentato di esplorarle ma, in mancanza
dell'attrezzatura particolare necessaria, hanno dovuto rimandare
l'intento al prossimo mese se le condizioni meteorologiche lo
consentiranno. La frattura oggetto di rilievo presenta una lunghezza
di trentacinque metri, una larghezza massima di quattro con una
profondità che arriva fino a quindici metri. Oltre a tracciarne la
conformazione, gli speleologi vicentini hanno provveduto a censire la
spaccatura che ora è stata inserita nel catasto delle grotte del
Veneto. Gianni Lovato, vicentino ma residente da anni a San Tomaso,
ha raggiunto quest'anno i trent'anni di attività esplorativa nelle
Dolomiti Bellunesi. Trecento sono le cavità finora ispezionate dallo
speleo-apinista principalmente nell'Agordino e Zoldano (Pale di San
Martino, Civetta, Pelmo, Marmolada) ma anche nelle Dolomiti di Senes
e Fanes spingendosi pure nelle Conturines, in provincia di Bolzano.
FALCADE - Il legno ha un profumo particolare. È quello che si respira quando si entra in una falegnameria o in una segheria. Un odore che riporta al bosco, alla montagna e quindi alle proprie radici. Al legno in qualche modo si è sempre rimasti legati adesso come in passato malgrado i naturali cambiamenti sociali ed economici del territorio. Da una statistica delle Camera di Commercio di Belluno del 1958 emerge che in Valle del Biois (considerando anche Cencenighe e San Tomaso), di segherie se ne registravano ben quattordici, senza considerare gli altri comuni dell'alta Val Cordevole dove, complessivamente, ad Alleghe, Rocca Pietore, Colle Santa Lucia, Selva di Cadore e Livinallongo, se ne contavano diciotto. Ora, in alto Agordino, da Cencenighe in su, di segherie ne è rimasta attiva solo una, quella di Marco Scola, a Falcade. Una gestione che è arrivata ormai alla quarta generazione. Prima di lui il padre Romano, il nonno Marco, suo omonimo, e il bisnonno Sante Scola che, ...
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