Passa ai contenuti principali

Mappata una cavità del Monte Anime - Cencenighe (agosto 2014)


Cencenighe - Da poche settimane un gruppo di speleologi del gruppo Proteo di Vicenza alla testa di Gianni Lovato, ha effettuato il rilievo della frattura del monte Anime che lo attraversa lungo il versante sud-est. La fessurazione rimane abbastanza nascosta dalla vegetazione ma si presenta di considerevoli dimensioni tanto che negli anni Ottanta si è resa necessaria la posa in opera di barriere e reti di protezione a difesa dell'abitato di Balestier e della strada comunale e provinciale sottostante che già hanno dovuto fare i conti con la precarietà della zona delle Banche e del famigerato Campanil de le Moneghe fatto saltare nel settembre del 1998. Anche qui il gruppo Proteo aveva a suo tempo esplorato la cavità del Campanil. Recentemente, però, l'attenzione si è spostata sul Monte Anime sulla cui sommità sono presenti altre tre cavità. In queste settimane gli speleologi hanno tentato di esplorarle ma, in mancanza dell'attrezzatura particolare necessaria, hanno dovuto rimandare l'intento al prossimo mese se le condizioni meteorologiche lo consentiranno. La frattura oggetto di rilievo presenta una lunghezza di trentacinque metri, una larghezza massima di quattro con una profondità che arriva fino a quindici metri. Oltre a tracciarne la conformazione, gli speleologi vicentini hanno provveduto a censire la spaccatura che ora è stata inserita nel catasto delle grotte del Veneto. Gianni Lovato, vicentino ma residente da anni a San Tomaso, ha raggiunto quest'anno i trent'anni di attività esplorativa nelle Dolomiti Bellunesi. Trecento sono le cavità finora ispezionate dallo speleo-apinista principalmente nell'Agordino e Zoldano (Pale di San Martino, Civetta, Pelmo, Marmolada) ma anche nelle Dolomiti di Senes e Fanes spingendosi pure nelle Conturines, in provincia di Bolzano.
L.Manfroi

"L'Amico del Popolo", agosto 2014, giornale di informazione generale della provincia di Belluno - Riproduzione riservata

Gli speleologi nella cavità del Monte Anime - agosto 2014 (Foto L.Manfroi)
 

Commenti

Post popolari in questo blog

Nell'agosto 1985 la guerra contro "el pavare"

Vallada Agordina - "El pavàre", i semi di papavero, da sempre caratterizzano i sapori di alcuni piatti della cucina valladese.  La sua mancanza stravolgerebbe completamente il gusto delle pietanze come "le lasagne da fornel, la vigilia di Natale e i "carfogn", durante il Carnevale e le feste particolari. I semi del papavero venivano ottenuti dall'omonima pianta coltivata in zona fino a trent'anni fa con l'unico scopo di ricavare i semi per usarli in cucina.  Una co ltura secolare interrotta ai primi di agosto del 1985 da un blitz della Guardia di Finanza con un ampio dispiegamento di forze contro gli ignari abitanti di Vallada la cui unica colpa era quella di coltivare questa pianta in buonafede. Si sa che "l' ignoranza della legge non scusa", ma si ci chiede ancora oggi se fu proprio necessario agire in modo così eclatante come invece ebbe a verificarsi.  La quiete dei giorni che precedevano quello che si prospettava

Falcade - Storia della segheria Scola

FALCADE - Il legno ha un profumo particolare. È quello che si respira quando si entra in una falegnameria o in una segheria. Un odore che riporta al bosco, alla montagna e quindi alle proprie radici. Al legno in qualche modo si è sempre rimasti legati adesso come in passato malgrado i naturali cambiamenti sociali ed economici del territorio. Da una statistica delle Camera di Commercio di Belluno del 1958 emerge che in Valle del Biois (considerando anche Cencenighe e San Tomaso), di segherie se ne registravano ben quattordici, senza considerare gli altri comuni dell'alta Val Cordevole dove, complessivamente, ad Alleghe, Rocca Pietore, Colle Santa Lucia, Selva di Cadore e Livinallongo, se ne contavano diciotto. Ora, in alto Agordino, da Cencenighe in su, di segherie ne è rimasta attiva solo una, quella di Marco Scola, a Falcade. Una gestione che è arrivata ormai alla quarta generazione. Prima di lui il padre Romano, il nonno Marco, suo omonimo, e il bisnonno Sante Scola che,

“Memorie Storiche di Alleghe e Caprile - Grande Guerra 1915 - 1918” di Lina De Biasio

Alleghe – Durante la Grande Guerra sia i militari che i civili, hanno dato il loro contributo. Per questo l'attenzione va rivolta non soltanto alle pubblicazioni “ufficiali” che trattano il conflitto dal punto di vista militare, ma anche a quelle che lo raccontano dal punto di vista dei civili. In questo ultimo filone si inserisce la ricerca uscita proprio in queste settimane “Memorie Storiche di Alleghe e Caprile - Grande Guerra 1915 - 1918” di Lina De Biasio. Un lavoro di una cinquantina di pagine il cui formato fa risaltare le oltre cinquanta immagini, la maggioranza delle quali inedite, di cui il libro è corredato. Il lettore viene accompagnato in questo viaggio nella memoria che inizia ricordando la figura di Luigi Canepone, giovane studente di medicina umbro, costretto ad interrompere gli studi per soccorrere i soldati feriti in battaglia. L'autrice ne riporta il diario sintetico nel quale, dal giugno all'agosto 1917, vengono ripercorse le tappe del