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Sei bellunesi alla maratona di Tokio (marzo 2015)

Agordino – Per  sei bellunesi, dei quali quattro  agordini, è diventato realtà il sogno di completare tutte e sei le “Marathon  Majors”, le sei più importanti maratone del mondo (Berlino, Boston, Chicago, Londra, New York e Tokyo). Non è cosa da poco quello che sono riusciti  a realizzare Gabriele Toffoli, Marina Savio, Marco Savio, Gabriele Riva, Michele De Paris e Attilio Bertagno, un gruppo di amici legati dalla comune passione per la corsa sulle lunghe distanze che li ha visti tagliare il traguardo della più recente major, la decima edizione della maratona di Tokio, disputata nella metropoli giapponese domenica 22 febbraio. Con loro anche Vittorio Laveder, il più giovane della compagnia alla seconda major, dopo quella di Boston, che ha fatto segnare il tempo migliore del gruppo. Già arrivare a prendere parte  ad una maratona di questo livello è una soddisfazione  se si pensa alle selezioni che vengono fatte a monte che hanno “ridotto”, si fa per dire,  i concorrenti a 35.500 di fronte ad un numero quasi dieci volte superiore. Risale al novembre 2008 la partecipazione alla prima delle più importanti maratone, quella di New York.  «Allora ci sembrava lontano il pensiero di poter riuscire a concretizzare quello che per noi era solo il desiderio di un gruppo numeroso, ristrettosi  con gli anni visto che qualcuno ha dovuto rinunciare a prendere parte alle altre competizioni - riferisce Gabriele Toffoli –  Chilometro dopo chilometro, maratona dopo maratona, siamo riusciti a completare anche la sesta.  Un obiettivo che abbiamo raggiunto insieme e che forse difficilmente avremmo potuto intraprendere singolarmente.» Dalle parole e dallo sguardo trapela tutta la soddisfazione che si può immaginare  per la prova portata a termine da lui e dai compagni. C'è da dire che la maratona si corre da soli, come una sfida contro il tempo e contro se stessi, non è un gioco di squadra, eppure fare gruppo, condividere e socializzare uno stesso interesse, fa da supporto e significa molto. Alle sei maratone si devono poi aggiungere tutte le altre, quelle “minori” in termine di importanza ma non di lunghezza poiché tutte si corrono sulla distanza dei quarantadue chilometri, senza contare gli allenamenti e la preparazione necessaria.  Da ultima la partecipazione di quasi tutto il gruppo alla maratona di Atene disputata a novembre lungo un percorso non proprio facile. «L'iscrizione alla gara l'abbiamo fatta tramite un'agenzia specializzata ancora la scorsa primavera. A questa è seguito il viaggio in aereo di questi giorni. Partenza mercoledì 18 febbraio con un volo Alitalia diretto da Venezia a Tokyo, sette partecipanti più tre accompagnatori. Tredici ore di volo all'andata che si sono fatte sentire, oltre al cambiamento di fuso orario.» Dopo l'arrivo nella capitale nipponica, il pernottamento in albergo, l'ambientamento nella città che conta, con l'agglomerato urbano, una popolazione di oltre 30 milioni di abitanti, è stata effettuata una visita alla città e all'Expo organizzato per l'occasione a “Tokyo big sight”, dove le grandi griffe sportive presentano le loro novità nel settore dell'abbigliamento. Una corsa   per sciogliere la muscolatura indolenzita dal lungo viaggio e si è giunti al giorno della gara. Spesse nuvole e una pioggia sottile hanno fatto presagire il peggio a differenza dei giorni precedenti soleggiati. Il cielo, invece, si è mantenuto nuvoloso con una temperatura appena al di sopra dello zero. Un clima simile a quello lasciato in Italia pochi giorni prima. «La mattina sveglia presto per prendere posto sulla navetta di trasporto che ci ha portati sul luogo della partenza stabilita presso il “Tokyo metropolitan Governement”, in  centro. Non c'è stato neanche il tempo per il riscaldamento perché bisogna trovarsi sulla griglia di partenza. Al momento del via ero  imbottigliato ma, pur avendo ritardato alla partenza, sono riuscito a fare la gara secondo le mie aspettative.» Toffoli ha concluso in 2 ore e 48 minuti,  migliorando di quattro minuti la sua precedente prestazione anche se è difficile poter far confronti poiché ogni maratona ha le sue peculiarità di tracciato e di clima, senza contare le condizioni fisiche soggettive. Un tempo davvero di tutto rispetto che lo colloca nelle parti in alto della interminabile classifica. Nel gruppo, un altrettanto ottimo tempo ha fatto segnare il bellunese Vittorio Laveder che ha tagliato il traguardo in 2 ore e 41 minuti. Una prova di tenacia  è quella di Marina Savio che nonostante sia reduce da un recente intervento al menisco, non ha voluto rinunciare a percorrere le strade di Tokyo per inanellare la sua sesta grande maratona.  È  stata una vittoria e una soddisfazione per tutti  considerato che ognuno ha una sua storia personale alle spalle, e non essendo maratoneti di professione ma avendo una propria attività lavorativa e talvolta  poco tempo da dedicare all'allenamento, ognuno ha fatto la sua gara, con costanza e la giusta dose di grinta che serve per affrontare esperienze sportive di questo tipo. «Viaggiare ci ha permesso di conoscere da vicino culture e modi di vivere differenti come quello giapponese che è veramente sorprendente per la cucina particolare che predilige il riso e  il pesce, e che propone piatti come il sushi e il ramen, una sorta di tagliatelle in brodo che si consuma  con le bacchette. Ma è soprattutto il rispetto che ognuno ha verso il prossimo, la pulizia dell'ambiente che colpisce della cultura nipponica» ha concluso Toffoli. Da questo punto di vista  si dovrebbe trarre lezione.

Luisa  Manfroi


"L'Amico del Popolo", marzo 2015, giornale di informazione generale della provincia di Belluno - Riproduzione riservata

Foto di gruppo dei sei belluneesi impegnati nella maratona di Tokio



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